A tutti i bambini ignorati, delusi, e privati della gioia dell’infanzia.
A tutte le persone rifiutate dalla società.
All’esercito silenzioso e invisibile che dona gratuitamente se stesso all’Altro.
A tutti coloro che hanno compreso che il motore propulsore del mondo è sempre stato e sempre sarà solo l’AMORE

SINOSSI

In ogni città del mondo esiste una zona oscura nella quale vivono, nel più completo disinteresse del mondo civile, una miriade di esseri umani che sopravvive alla vita raschiando con le unghie i margini di una società che ha chiuso le porte alla contaminazione della povertà e della malattia.

Possono bambini e ragazzi nati e cresciuti nel fango avere un futuro? Forse… se un essere umano, ancora capace di amare, aprirà quella porta e si lascerà contaminare da loro…

Il libro narra la storia del piccolo Antonio e di tanti altri ragazzi senza famiglia che vivono nell’abbandono e nella miseria.

Tra loro, però, esiste un codice non scritto che prevede che il più grande si occupi del più piccolo e se poi, per farlo crescere, qualcuno tra loro, i migliori, i più forti, si dovranno perdere nell’abisso del male, altro non sarà che il prezzo da pagare per salvare una vita.

R.V.

PRESENTAZIONE

Il romanzo pone in chiara evidenza che, i bambini prima, e i ragazzi dopo, per diventare adulti responsabili e in grado di vivere in una società complessa come la nostra, necessitano di un continuo affiancamento da parte in primis della famiglia, e in secondo luogo delle strutture deputate a tale compito.

L’autrice ha l’abilità di portarci all’interno dei pensieri di quei soggetti particolari che definiamo “malati” e che, normalmente, possiamo vedere chiusi in se stessi, ritrosi, schivi, taciturni, che a volte ci spaventano e che proprio non riusciamo a comprendere.

Rita Volponi rompe quel muro di separazione e ci svela la fissità di quei pensieri che si nutrono di se stessi in un vortice che, a volte, sfocia nel loro ultimo “risolutivo” atto di abbandono.

La lettura del romanzo è scorrevole ma non consente soste, già dalla lettura del prologo il lettore si trova, così com’è successo a me, coinvolto e “legato a un filo” dal quale non riesce a liberarsi se non continuando a leggere.

Il desiderio della scrittrice è visibile lungo tutto il percorso del romanzo: tutti i bambini con un passato di dolore sono di difficile trattamento, possono riservare sorprese, e il presente e il futuro possono per loro essere incerti, ma l’uomo deve lotta-re e avere speranza. I mezzi per contrastare il male sono molteplici, ma uno solo lo avversa veramente: i gesti di amore autentico.

Concludo, sostenendo la tesi che nessuno si deve sentire innocente rispetto a quanto narrato in questo romanzo “noir”, l’indifferenza e l’arroganza, sono responsabili della decadenza dei costumi e pertanto della società.

PREFAZIONE DEL DOTTOR MASSIMO PERSIA

Chi è l’autrice? Cosa nasconde Rita Volponi? Può scrivere di argomenti tanto “feroci” con dovizia di particolari e descrizioni meticolose se non ha mai vissuto in prima persona tali esperienze? Certamente scrivere in modo autobiografico o attingere dalle proprie esperienze può aiutare qualsiasi autore, ma se fosse il contrario, allora saremmo davanti a un’autrice veramente talentuosa.

Lei stessa non ha mai voluto svelare appieno la verità, ma una cosa è certa, questo romanzo (ed è il secondo dopo “Anime inquinate”) è avvincente, appassionante, “nuovo” nel sociale, attuale e ricco di particolari mai inutili ai fini del racconto.

L’autrice nel romanzo, c’introduce, attraverso i suoi personaggi, ad argomenti di forte attualità, come l’abbandono dei minori, gli abusi psichici e sessuali, la prostituzione minorile e gli stupri iterativi, rappresentando come questi possano indurre in alcuni soggetti, i più deboli, reazioni quali il suicidio o l’omicidio di persone che, pur non avendo particolari colpe, si trovano ad incrociare la loro strada. La lettura del romanzo ha rafforzato, nella mia persona, il concetto di quanto sia complesso conoscere a fondo il cervello umano e i comportamenti devianti correlati.

Il testo è particolarmente coinvolgente poiché è riuscito a sorprendermi, pur essendo io impegnato quotidianamente nella gestione di persone “disturbate”.

Il romanzo scorre velocemente e bene, nonostante l’autrice abbia raccontato le aberrazioni del genere umano. Si coglie l’interrogativo angoscioso che la narrazione ci pone: Perché alcuni esseri umani quando avrebbero la facoltà di far del bene o quantomeno, e questa è l’altra denuncia del romanzo, potrebbero restare indifferenti di fronte al grande bisogno di un nostro simile, invece pensano a idolatrare se stessi e il loro dio denaro? Che sia la mancanza di una qualsiasi religiosità? Hanno forse sostituito l’ideale di un essere supremo che ci guarda, o anche, e semplicemente, la fierezza dell’essere rigidi con se stessi, se non altro per il proprio orgoglio ed il proprio onore, per sacrificare tutto, compresa la propria vita?... anche se il soggetto non sempre ne è consapevole! Sull’altare del nuovo dio, sostituto di tutti gli ideali nobili, pongono tutto, eliminando in loro ogni più piccola briciola di umanità per raggiungere così l’effimera soddisfazione dei guadagni facili e l’appagamento dei più abietti istinti corporei. L’autrice, tra le righe, ci dice tutto questo e fa soffermare il lettore più attento a guardarsi dentro e a chiedersi “Io avrei fatto la stessa cosa?”.

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L’autrice ha l’abilità di portarci all’interno dei pensieri di quei soggetti particolari che definiamo “malati” e che, normalmente, possiamo vedere chiusi in se stessi, ritrosi, schivi, taciturni che a volte ci spaventano e che proprio non riusciamo a comprendere. Rita Volponi rompe quel muro di separazione e ci svela la fissità di quei pensieri che si nutrono di se stessi in un vortice che, a volte, sfocia nel loro ultimo “risolutivo” atto di abbandono.

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Concludo, sostenendo la tesi che nessuno si deve sentire innocente rispetto a quanto narrato in questo romanzo “noir”, l’indifferenza e l’arroganza, sono responsabili della decadenza dei costumi e pertanto della società.

                              Dott Massimo Persia Specialista in Ginecologia e Tossicologia Direttore UOS SERT di Tivoli-Guidonia                                                                                                      ASL RM G