Correre con i piedi scalzi,

il vento nei capelli e la certezza che il mondo si piegherà ai miei desideri...

 i suoi occhi che brillano al sole e promettono un futuro d'amore...

Poi la primavera si piega e arriva l'inverno della vita...

i suoi occhi non brillano più....

il sorriso che mi aveva incantato oggi mi appare nella sua veste reale...

un ghigno sordo che ride della mia giovinezza sfumata!

Maledetta primavera,

hai ingannato i miei occhi e mi hai fatto credere che tutto sarebbe stato possibile...

mi hai fatto pensare di essere un leone per poi rivelarmi la reale, caduca natura del mio io...

e lui non è più lui.

Non so se nel momento che nascevo a vita tu eri lì per accogliermi,

non so se mi hai sorriso con amore,

non so se mai hai stretto tra le tue grandi mani le mie piccole,

ma dall’inizio dei miei ricordi, so di certo che le poche volte che ti ho visto

ho avuto paura di te.

Sei morto… e non ho provato il dolore di una figlia,

 ho solo avuto paura che tu potessi alzarti da quel letto,

sul quale eri steso immobile,

per colpirmi ancora, per dirmi, con il tuo sorriso beffardo,

quello che ho sempre voluto dimenticare.

Sono passati tanti anni da quel giorno

ed io papà, (solo ora riesco a dirlo),

 sono riuscita a portare dei fiori sulla tua tomba.

Ho raccontato di te a mio figlio

e ho demandato a lui

il ricordo del nonno che non ha potuto conoscere.

A me, rimane solo la possibilità di perdonarti,

 cosa che ho fatto tanto tempo fa.